Vulcano
E’ la più meridionale delle sette Isole Eolie , ha una superficie di kmq. 21 ed uno sviluppo costiero di km. 28,5.
Interamente vulcanica, l’Isola raggiunge la massima altitudine nel Monte Aria ( mt. 500) seguito dai rilievi del Monte Saraceno (mt. 841), del Gran Cratere (mt. 391), del Monte Molineddo (mt. 318), del Lentia (mt. 187), di Vulcanello (mt. 123).
Anticamente fu chiamata dai Greci dapprima Thermessa (calda), poi Hierà (sacra ad Efesto); i Romani le diedero l’attuale nome di Vulcano; infatti essa fu sempre considerata sede del Dio-fabbro e terribile fucina dei Ciclopi.
Termalismo
L’Isola si protende verso Lipari con l’ultimo dei suoi vulcani in ordine di tempo, Vulcanello, che emerse come isolotto, poi si congiunse al corpo principale per riempimento del breve tratto di mare, ove si formò uno stretto istmo.
Nacquero, così, due baie: quella di Levante caratterizzata da una serie di fumarole sia in acqua che sulla spiaggia, dove si apre anche il porto per l’attracco di navi ed aliscafi; la baia di Ponente, con la sua splendida spiaggia di sabbia nera, caratterizzata dal Faraglione delle Sirene e da una vista incomparabile sulle Isole di Lipari, Salina, Filicudi
Sovrasta la zona del porto l’imponente edificio vulcanico della Fossa, culminante nel Gran Cratere.
Più a sud, tra i Monti Aria e Saraceno, si estende Vulcano Piano, a 400 metri di altitudine; è quanto resta di un vasto cratere precedente alla Fossa, di ben kmq. 4 di estensione, coperto oggi da pascoli e da una ricca vegetazione in netto contrasto con l’aspra aridità della più recente zona vulcanica.
Le coste di Vulcano sono affascinanti; dal mare si può godere lo spettacolo incomparabile del susseguirsi di strapiombi di rocca, spiaggette solitarie, grotte marine (Grotta del cavallo, Piscina di Venere), fantastica rassegna della creatività di Efesto.
Itinerari interessanti
L’interesse primario di un soggiorno nell’Isola è la sua natura vulcanica che non ci abbandona mai, né in terra né in mare. Gli itinerari che descriviamo succintamente, hanno per oggetto, diretto o indiretto, il fenomeno endogeno ed esogeno nelle sue molteplici manifestazioni e gli approcci dell’uomo con il Ciclope.
Vulcano Porto e Vulcanello.
A breve distanza dagli attracchi delle navi e degli aliscafi, si erge il Faraglione dove si trovano gli accessi alle gallerie, dalle quali si estraeva lo zolfo e l’allume; dalla sua sommità (mt. 56) ci si può rendere conto della conformazione geografica della zona.
Ai piedi del Faraglione la baia delle acque calde, il mare ribolle di fumarole sprigionate dalle viscere del vulcano, a pochi metri dalla medesima costa il laghetto naturale dei fanghi caldi, meta durante tutta l’estate di coloro che immergendovisi ne traggono benefici per reumatismi, artrosi, psoriasi o semplicemente dei benefici ai guasti del tempo sulla pelle; sorge spontaneo il paragone con un girone dantesco, ma se proverete ad immergervi prima nel laghetto e successivamente nel tepore della baia delle acque calde a mare, scoprirete che tra infermo e paradiso la differenza è sottile ….
Superando l’istmo che collega Vulcano a Vulcanello la strada ci conduce sino alla Valle dei Mostri, uno dei tre crateri che formano Vulcanello, un anfiteatro craterico il cui fondo è costituito dalla sabbia nera, da osservare con attenzione la delicatezza dei colori delle rocce laviche, le quali secondo l’inclinazione della luce che le colpisce e la prospettiva dalla quale si osservano assumono appunto l’aspetto di mostri. Non ultimo si può godere di un panorama mozzafiato.
Il Gran Cratere
Dal molo si prosegue a sinistra, seguendo le indicazioni per il cratere, già dalla strada, osservando la parete del cono, si può notare a mezza costa la presenza di un cratere avventizio e poco oltre una colata di ossidiana: si tratta di testimonianze della eruzione verificatasi verso la meta del ‘700.
A circa 1 km. Di distanza un cartello indica la via d’accesso al cratere; il sentiero dal fondo sabbioso si inerpica lungo i fianchi del cratere, lungo il percorso si possono notare i depositi giallo-grigi di una eruzione del VI secolo d.C. Nell’ultimo tratto del sentiero, si incontrano, sulla sinistra, alcune fumarole, in corrispondenza del vecchio sentiero, hanno depositato diverse patine di solfo dal vivace colore giallo.
Eccoci, infine, dopo un ultimo tornante, sul bordo del Cratere della Fossa (o Gran Cratere): ci troviamo, così, davanti ad uno spettacolo da inferno dantesco caratterizzato dai fumi aspri delle fumarole dal pungente odore di solfo.
Percorrendo, in senso anti orario, il bordo craterico, si incontrano lungo il cammino enormi “bombe a crosta di pane”; dal bordo sud ovest si gode un’ottima visione del campo fumarolico antistante e del bordo interno del Cratere. Dopo aver proseguito il percorso del bordo, si giunge sul versante meridionale: da qui si osservano sulla destra sia il Monte Saraceno che le pareti della Caldera della Fossa.
Giunti in cima, il punto più alto 391 mt sul livello del mare (contrassegnato da due piloni geodetici), si ha un’ottima visione panoramica dell’intera isola e, in condizioni favorevoli, dell’intero arcipelago delle Isole Eolie.
Vallone Roia
Si parte dal primo tornante della strada che dal Porto sale al Piano; da qui un sentiero conduce alla voragine strapiombante lungo la quale cfi si cale nel letto del torrente che, raccogliendo le acque del Piano, si è scavato il percorso sino al mare tra vertiginose pareti di roccia. Si raggiunge, quindi, la fonte che gli isolani chiamano ”a Schicciula”, la Goccia, dove si raccoglievano le gocce del più prezioso e raro bene delle isole, l’acqua dolce.
Vulcano Piano e Capo Grillo
Il piano è il punto più alto dell’isola, distante km. 7,2 dal Porto percorrendo la strada asfaltata. L’altipiano, che si è formato per riempimento dell’enorme cratere del primo edificio vulcanico, oggi offre un panorama alpestre verdissimo, quasi bucolico, con greggi e casette coloniche.
Dal Piano, seguendo l’indicazione stradale, si raggiunge Capo Grillo, una terrazza naturale, che si affaccia sull’incomparabile scenario del mare e dell’intero Arcipelago, anche in condizioni di visibilità poco favorevoli.
Può darsi che da qui si può comprendere perché alcuni lascino ogni cosa e scelgano di vivere su un isola.
Il Gelso
Dista dal Piano km 7 e dal Porto Km 14. Dal limite orientale del Piano, una stradina e un sentiero scendono ripidamente al mare, raggiungendo così il piccolissimo villaggio di Gelso e il Faro (ormai in disuso).
Il pendio è costellato dalle casette dei primi Eoliani che si decisero a vivere sulle spalle del Vulcano nell’ultimo scorcio del secolo XIX, coltivando capperi, uva nera e pescando; successivamente si sono aggiunte le dimore di coloro che hanno deciso di stabilirsi e vivere in questo luogo di pace.
Altresì, poco discosta dal porticciolo troviamo la spiaggia dell’Asino oppure al Cannitello in un mare incantevole, di fronte alla costa Siciliana.
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